sabato 3 gennaio 2009

Bastet e i gatti egizi


Gli Antichi Egizi, molto probabilmente, iniziarono ad addomesticare i gatti selvatici africani (considerati i progenitori dei nostri attuali gatti) per la loro utilità nella caccia ai topi, in quanto il numero dei roditori era notevolmente aumentato con l'avvento dell'agricoltura e dell'uso di raccogliere e immagazzinare il grano. Questa abilità è riportata in una celebre filastrocca che serviva ad insegnare agli studenti egiziani il concetto di potenza in matematica. La filastrocca I sette gatti di Ahmes, che è il problema n. 79 del papiro di Rhind (dal nome dello scopritore) o papiro di Ahmes (dal nome dello scriba che è il primo matematico conosciuto), risalente al 1650 a.C., così recita:

In una proprietà ci sono 7 case.
In ogni casa ci sono 7 gatti.
Ogni gatto acchiappa 7 topi.
Ogni topo mangia 7 spighe.
Ogni spiga da 7 heqat di grano.
Quante cose ci sono in tutto in questa storia?
(Nota: l'heqat era una misura di capacità pari a circa 4,785 litri)

La soluzione della filastrocca è la seguente:

Case 71 = 7
Gatti 72 = 49
Topi 73 = 343
Spighe 74 = 2.401
Heqat 75 = 16.807
Totale 19.607

Vivendo assieme a loro quotidianamente, quindi, ne rimasero affascinati ed iniziarono ad adorarli.
Il gatto venne ritenuto dagli Antichi Egizi animale sacro e divino. Il gatto era sacro al Sole e a Osiride mentre la gatta alla Luna e a Iside. Gli Egizi veneravano Bastet, una divinità con corpo di donna e testa di gatta. Bastet era figlia di Iside e sorella di Horus. Era una dea molto potente collegata a Ra ed era simbolo della vita, della fecondità e della maturità. Nella città di Bubastis nel Basso Egitto, c'era un tempio costruito in onore di Bastet. In questo edificio di pietra i gatti vagavano liberamente e i fedeli li osservavano e studiavano il loro comportamento per trarne consigli e presagi della dea. I gatti avevano il compito di condurre gli uomini al momento della morte nell'aldilà. Il culto di Bastet era molto diffuso in diverse regioni egiziane e nel corso dei secoli sempre più popolare e potente.
L'uccisione di un gatto era punita più severamente di quella di qualsiasi altro animale anche se si trattava di un incidente. Anche quando il gatto moriva di morte naturale, le persone della casa si disperavano e rispettavano il lutto come se fosse morto un membro della famiglia. Alla loro morte venivano imbalsamati e sepolti con ogni onore. Nei dintorni di Tebe e Menfi sono stati trovati cimiteri contenenti duecentomila mummie circa di gatti. Nel Libro dei Morti egizio si affermava che il gatto possedesse nove anime e godesse di nove vite successive.

Di seguito sono riportati alcuni brani raccolti sull'argomento.


Io sono il gatto che lottò coraggiosamente presso l'Albero di Acacia ad Eliopoli la notte in cui i nemici del Tramonto furono distrutti.
Chi è questo gatto?
Questo gatto maschio è il dio del sole Ra in persona che fu chiamato Mau per il discorso che il dio Sa fece su di lui: Egli è simile a colui che lo ha creato, e quindi il nome di Ra diventa Mau. Altri, però, dicono che il gatto maschio è Shu, dio dell'Aria, che trasferì tutti i beni del dio della terra Geb ad Osiride.Per quanto riguarda la lotta che avvenne nei pressi dell'Albero di Acacia ad Eliopoli queste parole si riferiscono al massacro dei figli della ribellione quando gli fu data la giusta ricompensa per tutto il male che avevano fatto. E a proposito della notte della battaglia, queste parole si riferiscono all'invasione della zona orientale del cielo da parte dei figli della ribellione da cui scaturì una grande battaglia in cielo e in tutta la terra.
(da "Il libro dei morti" - antecedente al 3000 a.C.)


Lode a te, oh Ra, glorioso dio-leone, tu sei il grande gatto, il vendicatore degli dèi e il giudice delle parole, il presidente dei sovrani e il governatore del sacro cerchio; tu sei il corpo del grande gatto.
(da "Le settantacinque lodi a Ra" - 1700 a.C. ca.)


E quando scoppia un incendio, ai gatti succede qualcosa di veramente strano. Gli egiziani lo circondano tutt'intorno, pensando più ai gatti che a domarlo; ma gli animali scivolano sotto o saltano sugli uomini e si gettano tra le fiamme. Quando questo succede, in Egitto è lutto nazionale. Gli abitanti di una casa dove un gatto è morto di morte naturale si radono le sopracciglia; ma se vi è morto anche un cane, si radono pure la testa e il resto del corpo.
I gatti morti vengono portati in edifici sacri dove vengono imbalsamati e seppelliti, nella città di Bubasti; ...
(Erodoto 485 a.C- 425 a.C.)


Quando muore uno di questi animali,i cittadini lo avvolgono in una tela di lino e, piangendo e battendosi il petto, lo portano dall'imbalsamatore. Dopo essere stato trattato con olio di cedro e spezie che hanno la capacità di infondere un odore gradevole e di preservare il corpo per molto tempo, lo depongono in una tomba consacrata. E chiunque uccida intenzionalmente uno di questi animali viene condannato a morte, a meno che non si tratti di un gatto o di un ibis; perchè se viene ucciso uno di questi due animali, anche per caso, il criminale verrà certamente condannato a morte, perchè la gente comune si riunisce attorno al colpevole trattandolo in modo crudele, talvolta senza neanche fargli il processo. ... La superstizione che questi popoli hanno nei confronti di questi animali è così radicata nei loro cuori e le emozioni nutrite da ognuno di loro sono così inalterabili che una volta, nel periodo in cui il loro re Tolomeo ancora non aveva ricevuto dai romani l'appellativo di "amico" e tutti cercavano di conquistare il favore dell'ambasceria italiana che in quel periodo era in visita in Egitto, e quindi per paura cercavano di non dare adito a motivi per scatenare guerre o lamentele, se un romano uccideva un gatto e la folla si precipitava a casa sua, né gli ufficiali del re mandato a proteggerlo né la paura di Roma erano sufficienti a salvare l'uomo dalla punizione, anche se era stato un incidente. E questo non mi fu raccontato, ma lo vedemmo con i nostri occhi in occasione della nostra visita in Egitto. 
(Diodoro Siculo - I° sec. a.C.)


Gli egizi hanno osservato negli occhi di un gatto le varie fasi lunari perchè con la luna piena splendono di più mentre la loro luminosità diminuisce con la luna calante e il gatto maschio muta l'aspetto dei suoi occhi anche in relazione al sole; infatti , quando il sole sorge, la sua pupilla è allungata; verso mezzogiorno è rotonda e la sera non si vede affatto e sembra che l'intero occhio sia omogeneo.
(Edward Topsell)


La dea dei gatti si chiamava Bastet, il femminile di Bast. Bast era la cittadina dove si trovava il più importante tempio in onore del gatto e dove ogni primavera si riunivano fino a cinquecentomila persone per partecipare al sacro festival. In ognuna di queste feste venivano sepolti circa centomila gatti mummificati in onore della virginale dea dalla testa di felino ... . Questi festival in onore di Bastet erano i più popolari e i più frequenti di tutto l'antico Egitto, forse anche per il fatto che vi si svolgevano celebrazioni orgiastiche e baccanali. In effetti, il culto del gatto era talmente popolare che durò per quasi duemila anni. Nel 390 dopo Cristo fu ufficialmente bandito, ma ormai era già in declino. Nel suo periodo di maggior splendore, comunque, rifletteva l'immensa stima di cui godeva questo animale nell'antica civiltà egiziana: lo testimoniano le numerose e splendide statue di bronzo che ci sono rimaste e che dimostrano quanto gli egizi apprezzassero la graziosità del gatto.
(Desmond Morris)


(Fonte: Cat on Books)
Greebo =^..^= RuleZ

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